San Valentino, il giorno dell'amore.
Di quello che c'è, che non c'è, che finge di esserci.
Quel giorno che ti fa sentire al settimo cielo o che ti fa sentire sbagliato e fuori luogo rispetto agli altri.
Cuori, rose, fiori dovunque. Ma non per te.
Ed è così che speri ardentemente che questo giorno giunga presto al termine.
Un giorno che ti getta il sale sulle ferite e brucia.
Che non mette le persone nelle condizioni di sentirsi tutte uguali.
Si dà per scontato che tutti possano festeggiare. La superficialità di chi ti circonda e ti fa sentire sempre più distante dalla realtà, giusto perché "loro possono" e tu non puoi.
Ventiquattr'ore che ti fanno capire che l'amore no, non rende tutti uguali, che c'è chi vorrebbe tantissimo una cena romantica ma non può, mentre per gli altri è tutto ok, tutto normale, praticamente scontato: "Sì, festeggiamo! È San Valentino, no?".
No.
Sei stato tradito, sei stato lasciato, non hai ancora avuto la fortuna di aver trovato la persona giusta, la tua persona non sarà mai più accanto a te per ragioni che non dipendono da voi e ti manca terribilmente. Ma "è San Valentino, festeggiamo, no?". Una cena romantica non si nega a nessuno, anzi, guai a non farla. Via, tutti al ristorante che è San Valentino! E se non lo fai, ti trattano come un ostracizzato sociale.
Non che sia colpa di chi può festeggiare ma, forse, l'euforia che questo giorno porta, tende a far dimenticare i sentimenti di chi sta dall'altra parte, tutto qua.
Sapete che c'è?
Che San Valentino riesce a fare più schifo di Capodanno.